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Inviato: lunedì 28 dicembre 2009 14.51
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Oggetto: NOTIZIARIO SETTIMANALE CONAF - Le notizie dal 21 al 23 dicembre 2009

Priorità: Alta

 

NOTIZIARIO SETTIMANALE

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Lunedì 28 DICEMBRE 2009

Le notizie dal 21 al 23 dicembre 2009

 

Monitoraggio legislativo

·        22 dicembre

Governo - Cdm: via libera a schema dlgs per criteri scelta siti centrali nucleari, località rese note a marzo

Senato - (S. 1790-B) Finanziaria 2010: via libera definitivo dell'Aula senza fiducia. I contenuti del provvedimento

Senato - (S. 1790-1791) manovra 2010: nel pomeriggio il sì definitivo senza fiducia. Testo in Gazzetta entro il 31 dicembre

·        23 dicembre

Governo - pari opportunità: approvato in via definitiva schema dlgs di recepimento direttiva

Senato - Antezza (Pd): il governo riconosca stato di crisi settore primario per il Sud

Senato – (a. g. 156 e 163) ricerca: in dirittura d’arrivo schema di dlgs su riordino enti e su ripartizione fondi

Camera/Senato - (Doc. 164) codice agricolo: bicamerale Semplificazione chiede proroga termine adozione parere già previsto per il 14 gennaio

Camera - Oleicolo, Zucchi (Pd): necessario assicurare a soci Unaprol pagamento interessi aiuti comunitari

Comunicati stampa CONAF

·        23 dicembre

Regione che vai albero di Natale che trovi

 

 

 

 

 

 

Monitoraggio legislativo

 

 

22 dicembre

 

Governo - Cdm: via libera a schema dlgs per criteri scelta siti centrali nucleari, località rese note a marzo

Il Consiglio dei ministri che si è riunito questo pomeriggio ha dato il via libera ai criteri per l'individuazione dei siti su cui potranno essere costruite le nuove centrali nucleari e dei compensi da destinare ai territori che accoglieranno i nuovi impianti. La riunione, che, vista l'assenza forzata di Silvio Berlusconi dovuta ai postumi dell'aggressione subita a Milano il 13 dicembre scorso, è stata presieduta da Altero Matteoli, titolare delle Infrastrutture, in qualità di ministro più anziano, ha approvato uno schema di decreto legislativo sul quale dovranno ora esprimersi il Parlamento e la Conferenza delle Regioni, per la localizzazione e l'esercizio degli impianti. Con il provvedimento, in particolare, vengono stabiliti i criteri per individuare i siti che, oltre alle centrali, ospiteranno gli impianti di fabbricazione del combustibile nucleare e dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato. Nel testo è inoltre prevista la realizzazione di un Parco tecnologico comprensivo di un deposito nazionale destinato allo smaltimento definitivo dei rifiuti radioattivi.

Le aree idonee, che, secondo quanto reso noto, verranno comunicate dopo le prossime elezioni regionali di marzo, dovranno rispondere a uno schema di parametri di riferimento relativi a caratteristiche ambientali e tecniche. Su proposta dell'Agenzia del Nucleare, lo "schema" verrà definito dal ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con quelli dell'Ambiente e dei Trasporti, entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto legislativo. Nello specifico, le caratteristiche ambientali riguardano: popolazione e fattori socio-economici, qualità dell'aria, risorse idriche, fattori climatici, suolo e geologia, valore paesaggistico, valore architettonico-storico e accessibilità.

Sempre su proposta dei ministri Claudio Scajola (Sviluppo economico) e Roberto Calderoli Semplificazione), i rappresentanti del governo hanno poi approvato un secondo schema di decreto legislativo, sul quale verrà richiesta l'intesa della Conferenza unificata ed il parere del Consiglio di Stato, sul riassetto della normativa su ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche.

Il Consiglio ha poi deliberato lo stato d'emergenza per i gravi eventi sismici che hanno colpito il territorio della regione Umbria il 15 dicembre scorso e ha deciso di prorogare lo stato d'emergenza già dichiarato a Messina e Napoli, per problemi legati a traffico e mobilità, in Piemonte e Valle d'Aosta, per eventi meteorologici, a Lampedusa e Linosa per le criticità del sistema portuale, e nelle Isole Eolie, per i danni causati dai fenomeni vulcanici.

Su proposta del ministro della Difesa Ignazio La Russa, il governo ha poi promosso generali di Corpo d'armata i generali di divisione dei carabinieri Lucio Nobili, Arturo Esposito e Maurizio Scoppa e i generali di divisione delle Armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni dell'Esercito Alessandro Montuori, Enzo Stefanini e Claudio Graziano.

 

 

Senato - (S. 1790-B) Finanziaria 2010: via libera definitivo dell'Aula senza fiducia. I contenuti del provvedimento

Via libera definitivo del Senato all'ultima Finanziaria "vecchio stile" (che dal prossimo anno sarà sostituito dalla nuova legge di stabilità, approvata la settimana scorsa dal Parlamento). Dopo una prima lettura al Senato, che ha approvato poche modifiche al testo, il disegno di legge Finanziaria 2010 è stato integrato con interventi per un totale di 9.2 miliardi di euro alla Camera, concentrati nel maxiemendamento presentato in commissione dal relatore. L'Aula si è poi limitata a confermare il testo con il voto di fiducia richiesto dall'esecutivo. Oggi la Finanziaria è composta da due articoli, il primo con i saldi, il secondo articolato su 243 commi. Le risorse nuove che vengono utilizzate a copertura sono quelle dello scudo fiscale per 3,7 miliardi e i 350 milioni dalla riapertura dei termini per la rideterminazione dei valori di acquisto dei terreni e delle partecipazioni. Per il resto, le coperture sono rappresentate da rimodulazioni all'interno del bilancio. Di seguito, le principali misure del provvedimento.

Alcune delle disposizioni riguardano il Patto per la salute, su cui governo e Regioni hanno raggiunto l'intesa dopo mesi di stallo istituzionale: per i prossimi 2 anni si prevede un incremento rispettivamente di 584 milioni di euro e di 419 milioni delle risorse previste per il Servizio sanitario nazionale (Ssn). Tra le disposizioni, anche la cedolare secca per gli affitti al 20%, in via sperimentale e limitatamente alla Regione Abruzzo per il 2010, entro una dotazione finanziaria di 2 milioni di euro. Prevista poi la creazione di Fondi d‘investimento immobiliare per l'alienazione d'immobili militari.

Saranno incrementate le risorse destinate a ricerca e sviluppo: 200 milioni all'anno per il biennio 2010 -2011, a valere sui Fondi per le aree sottoutilizzate, destinati al credito d'imposta per investimenti di privati. Insieme agli stanziamenti già previsti, si arriva quindi a una dotazione complessiva di 1 miliardo e 50 milioni di euro. Stabilita poi la proroga, per il triennio 2010-2012, delle disposizioni previste dalla Finanziaria 2007, che stabiliscono la crescita annuale del fabbisogno di atenei ed enti di ricerca. Per il 2009, il fabbisogno programmato ammonta a 8,9 miliardi di euro per il settore universitario e a 1,4 miliardi per gli enti pubblici di ricerca (aumento del 3% per gli atenei e del 4% per enti di ricerca). Risorse anche per il settore primario, con il rifinanziamento del Fondo di solidarietà per i contributi assicurativi delle aziende agricole: sono attribuite al Fondo le risorse comunitarie dell'Organizzazione comune di mercato del settore vino, pari a 20 milioni per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, oltre a ulteriori 100 milioni di euro a valere sulle disponibilità del Fondo infrastrutture. Via libera infine anche alle disposizioni sull'istituzione della Banca del Mezzogiorno, per il rilancio dell'economia nel Sud del Paese.

 

 

Senato - (S. 1790-1791) manovra 2010: nel pomeriggio il sì definitivo senza fiducia. Testo in Gazzetta entro il 31 dicembre

L'Aula del Senato darà nel pomeriggio di oggi il via libera definitivo al disegno di legge finanziaria e al Bilancio di previsione 2010. Nella mattina di oggi sono stati infatti votati e approvati tutti gli articoli dei due provvedimenti nella stessa versione licenziata giovedì scorso dalla Camera, senza il ricorso alla questione di fiducia da parte del governo. Il voto finale sulla manovra è previsto nel pomeriggio di oggi.

Il secondo passaggio a palazzo Madama della manovra è stato caratterizzato da una discussione molto rapida, che ha visto respinti in commissione prima e in Aula poi, tutte le modifiche presentate al testo.

Ricordiamo in fine che quella che sarà approvata oggi è l'ultima finanziaria della storia della Repubblica. Dal prossimo anno si passerà alla legge di stabilità, introdotta dalla riforma della contabilità pubblica approvata la scorsa settimana dal Parlamento.

 

 

 

 

23 dicembre

 

Governo - pari opportunità: approvato in via definitiva schema dlgs di recepimento direttiva

È stato approvato in via definitiva nel Consiglio dei ministri del 3 dicembre scorso lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006 di attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego. La direttiva, volta a riordinare in un unico testo le disposizioni comunitarie vigenti sulle pari opportunità, racchiude quindi sette direttive che disciplinano la materia. Il decreto legislativo pone inoltre rimedio alla messa in mora dell'Italia, con la procedura 2006/4917, da parte della Commissione per la non corretta trasposizione della normativa comunitaria in materia. Il testo si compone di sei articoli, di cui il primo modifica e integra in più parti il codice delle pari opportunità tra uomo e donna, predisposto con il decreto legislativo 198 del 2006. In particolare, viene modificata la disciplina del Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento e uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici, istituito all'interno del ministero del Welfare: si incrementa il numero dei componenti designati da alcune parti sociali, viene attribuita all'organo l'elaborazione di iniziative per favorire il dialogo tra le parti sociali e con le organizzazioni non governative e lo scambio di informazioni con gli organismi europei omologhi. Inoltre, si prevede la possibilità per i consiglieri di parità di svolgere inchieste indipendenti in materia di discriminazioni sul lavoro, con l'espressione di raccomandazioni. Viene poi specificato che costituisce discriminazione anche ogni trattamento meno favorevole subito in ragione dello stato di gravidanza, maternità o paternità e rifiuto di atti di molestie, oltre all'estensione esplicita del divieto di ogni forma di disparità di trattamento nelle promozioni professionali. In relazione al regime sanzionatorio, invece, vengono inasprite le pene ed estesa la tutela contro i comportamenti posti in essere nei confronti di qualsiasi persona quale reazione a un'attività diretta a ottenere il rispetto del principio di parità di trattamento tra i lavoratori. Infine, i contratti collettivi potranno prevedere misure specifiche (codici di condotta, linee guida e buone prassi) per la prevenzione delle forme di discriminazione.

Nel corso dell'iter legislativo del provvedimento, la commissione Lavoro della Camera ha ascoltato rappresentanti dell'AIAF (Associazione italiana degli analisti finanziari), di organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UGL), di rappresentanti di Federmanager (Federazione nazionale dirigenti aziende industriali), di ManagerItalia (Federazione nazionale dirigenti, quadri e professionali del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato) e la Consigliera nazionale di parità Alessandra Servidori.

 

 

Senato - Antezza (Pd): il governo riconosca stato di crisi settore primario per il Sud

L'unica effettiva possibilità di porre un minimo rimedio alla crisi del settore primario in Basilicata, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Puglia, è quella di accogliere le richieste di riconoscimento della crisi del comparto avanzate da queste cinque Regioni. Con un'interrogazione indirizzata al ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, la senatrice del Partito democratico Maria Antezza (Basilicata) ha chiesto di sapere quali siano i motivi per cui il governo non abbia ancora recepito le suddette istanze.

 

 

Senato – (a. g. 156 e 163) ricerca: in dirittura d’arrivo schema di dlgs su riordino enti e su ripartizione fondi

Sono pronti a tornare a palazzo Chigi per il via libera definitivo gli schemi di decreto legislativo sul riordino degli enti di ricerca (a. g. 156) e sulla ripartizione del fondo ordinario per enti e istituti di ricerca per l’anno 2009 (a. g. 163).

Nella giornata di ieri infatti sono arrivati i pareri favorevoli delle commissioni Bilancio e Istruzione di palazzo Madama sui due provvedimenti, su cui nelle scorse settimane si sono espresse anche le corrispondenti commissioni della Camera.

Il primo schema di dlgs (a. g. 156) è stato adottato dal governo in attuazione della delega contenuta nella legge 165/2007 sul riordino degli statuti e degli organi di governo degli enti pubblici nazionali di ricerca, vigilati dal ministero dell'Istruzione, i cui principi di delega sono stati in parte rivisti dalla legge 69/2009 (collegato semplificazione). Obiettivo principale del testo è quello di snellire il sistema degli enti di ricerca, anche con accorpamenti o separazioni delle strutture, e di riconoscere a questi organismi una forte autonomia nella formulazione e nella deliberazione degli statuti e quindi nell’organizzazione gestionale, nella regolamentazione del personale e dell’amministrazione, nella contabilità e nella finanza. Viene infine resa meno discrezionale la nomina da parte del governo dei presidenti e dei membri dei consigli di amministrazione, dal momento che d’ora in poi le nomine dovranno essere fatta in una ristretta rosa di candidati proposti dai “comitati di selezione” in cui vi dovrà essere una congrua rappresentanza delle comunità di ricercatori di riferimento. Lo schema di decreto legislativo sul riordino degli enti di ricerca è formato da 18 articolo, di cui 16 formano il Capo I dedicato al “Riordino degli Enti di ricerca”, mentre il Capo II, di cui fa parte solo l’articolo 17, riguarda gli “Enti di ricerca del settore istruzione”. L’ultimo articolo, il 18, stabilisce abrogazioni e norme transitorie. Sono 12 le strutture vigilate dal Miur e interessate dal provvedimento, si tratta in particolare dell’Asi (Agenzia spaziale italiana), del Cnr (Consiglio nazionale della ricerca); dell’Infn (Istituto nazionale per la fisica nucleare); dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia); dell’Inrim (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica); della Stazione Zoologica; dell’Ogs (Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale); dell’Area Rst Trieste, dell’Indam (Istituto nazionale di alta matematica); del museo storico Fermi e dell’Istituto di Studi germanici. La riorganizzazione di questi istituti dettata dal provvedimento permetterà un risparmio annuo di 463.723 euro a partire dal prossimo anno. Tra le altre novità contenute nel provvedimento, appare di particolare rilievo quelle dettate dagli articoli 4 e 5  che pervedono un meccanismo virtuoso in base al quale gli enti che svilupperanno la ricerca migliore saranno premiati con maggiori finanziamenti. A dare i voti ai diversi istituti sarà l’Agenzia nazionale per la valutazione della ricerca (Anvur).

Lo schema di dlgs relativo al riparto del Fondo ordinario per la ricerca (a. g. 163), stabilisce invece le somme destinate per l’anno 2009 ai diversi enti di ricerca. La dotazione del fondo per quest’anno, al netto delle riduzioni operate con il dl anticrisi del giugno scorso (dl 78/2009, convertito dalla legge 102/2009) è di 1.642.846.634 euro, di cui 14 milioni già assegnati alla Società Sincrotrone di Trieste e altri 232.405 euro al  Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo (CISAM). Ai diversi enti è stato quindi assicurato dal ministero dell’Economia un contributo ordinario pari al 98% delle risorse ricevute nel 2008 e con i risparmi così ottenuti, pari a circa 12 milioni di euro, sono stati finanziati interventi straordinari. Per il potenziamento delle ricerche nella genomica funzionale e nelle neuroscienze, nell'ambito dell'accordo quadro Cnr-Fondazione EBRI, sono stati inoltre assegnati 1,3 milioni di euro al Cnr cui sono stati accordati altri 200mila euro per la partecipazione dell'Italia all'Associazione scientifica internazionale non lucrativa "Istituto Von Karman" e ulteriori 400.000 euro per far fronte alla forte diminuzione delle assegnazioni ordinarie e delle maggiori sofferenze di bilancio dell'Istituto. Nelle risorse destinate al Cnr ci sono anche per il 2009 più di 2,5 milioni di euro destinati all'Istituto di biologia cellulare per attività internazionale di Monterotondo.

I due provvedimenti dovrebbero ottenere l’ok definitivo dal Consiglio dei ministri nella riunione che dovrebbe essere convocata prima della fine dell’anno.

 

 

Camera/Senato - (Doc. 164) codice agricolo: bicamerale Semplificazione chiede proroga termine adozione parere già previsto per il 14 gennaio

Durante la seduta di ieri, la commissione bicamerale per la Semplificazione ha cominciato l'esame congiunto dello schema di decreto legislativo sul riordino della normativa agricola e dello schema di Dpr di attuazione. Il relatore e presidente del gruppo di lavoro Andrea Pastore (Pdl-Abruzzo) ha illustrato l'impianto dei provvedimenti (che mirano alla creazione di un codice agricolo), riferendo che il governo ha scelto di emanarli contestualmente per consentire la contemporanea entrata in vigore ed evitare situazioni di vacatio legis per le norme abrogate dal riordino. Pastore ha poi ricordato alla commissione che il termine per l'espressione del parere all'esecutivo scadrà il 14 gennaio prossimo e ha quindi preannunciato l'intenzione, data la complessità della materia, di chiedere una proroga del termine di 20 giorni. 

 

 

Camera - Oleicolo, Zucchi (Pd): necessario assicurare a soci Unaprol pagamento interessi aiuti comunitari

L'Unione nazionale tra le associazioni dei produttori di olive (Unaprol), che per anni è stata punto di riferimento per il dialogo degli operatori con le istituzioni, ha assunto oggi un nuovo sistema organizzativo e amministrativo, cosiddetto dualistico, in cui subisce una limitazione della propria sovranità nel controllo e nella gestione della società. Inoltre, l'Unaprol provvedeva anche all'erogazione degli aiuti comunitari, che l'Aima (oggi Agea) accreditava a suo nome e che la società poi destinava ai produttori. Sulle somme spettanti alle aziende, per effetto della valuta, sono maturati interessi che l'Unaprol non ha corrisposto per tempo alle aziende. Come s'intende intervenire nei confronti dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) perché nel futuro l'Unaprol non trattenga gli interessi che spettano agli agricoltori? Come si concilia il nuovo status della società consortile con l'esigenza di tutelare i produttori di olio che ne fanno parte, dal momento che il sistema duale si potrebbe caratterizzare in un decremento dei diritti dei soci? Lo chiede il deputato del Partito democratico Angelo Zucchi (eletto in Lombardia) al ministro delle Politiche agricole Luca Zaia con due interrogazioni a risposta scritta presentata ieri durante la seduta d'Aula.

 

 

 

 

 

 

Comunicati stampa CONAF

 

 

23 dicembre

 

Alberi che passione: dal Conaf tutte le regole da seguire prima, durante e dopo le feste per voler bene all’ambiente

Regione che vai albero di Natale che trovi

Dal Mirto in Sardegna al Carrubo pugliese: ecco un insolito giro d’Italia presentato dagli Agronomi e Forestali per valorizzare le piante autoctone di stagione e rilanciare le economie locali

 

Il corbezzolo per la Sicilia, l’alloro nel Lazio, il mirto per la Sardegna e il pino silvestre in Piemonte. Ogni regione ha, o può avere, l’albero di Natale che si merita. Non è una crociata contro il “classico” abete di Natale, quella del Conaf, Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali, ma una possibilità per preservare la biodiversità, rivalutare varietà di piante autoctone, e favorire l’economia di molte aziende agricole italiane.

«I classici abeti natalizi – sottolinea il presidente Conaf Andrea Sisti – escludendo l’abete bianco e l’abete rosso, spesso appartengono a specie del tutto estranee alla nostra flora e, ancora più spesso, provengono da coltivazioni che si trovano a centinaia e migliaia di chilometri di distanza, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di emissioni di CO2 per il solo trasporto».

Molte specie di alberi o arbusti tipici della nostra flora, invece, possiedono – spiega il Conaf - caratteristiche ornamentali che le rendono altrettanto degne di adornare le nostre abitazioni in occasione delle festività natalizie; tanto più se si pensa che la tradizione dell’albero di Natale almeno in Italia è relativamente recente e, soprattutto, importata da oltralpe ove l’abete rappresenta spesso un elemento tipico della flora locale.

 

La lista delle piante di Natale per ogni regione – Dalla A di Abete bianco alla T di Tasso. Sono 29 le specie di piante sempreverdi, autoctone o naturalizzate, suggerite dal Conaf per l’addobbo natalizio. Ogni regione ha la sua pianta ideale, che in questo periodo dell’anno, si trova comunemente nelle campagne italiane (in allegato l’elenco completo, tab.1), naturalmente la stessa pianta può essere presente in più regioni. Ecco l’elenco: Abruzzo-Agrifoglio; Basilicata-Quercia spinosa; Calabria-Pino laricio; Campania-Olivastro; Emilia Romagna-Bosso; Friuli Venezia Giulia-Pino nero; Lazio-Alloro; Liguria-Pino marittino; Lombardia-Ginepro; Marche-Tamerice; Molise- Alaterno; Piemonte-Pino silvestre; Puglia-Carrubo; Sardegna-Mirto; Sicilia-Corbezzolo; Toscana-Pino domestico; Trentino Alto Adige: Prov. Autonoma di Bolzano-Pino cembro, Provincia autonoma di Trento-Abete rosso; Umbria-Leccio; Val d’Aosta-Pino montano; Veneto-Abete bianco.

«L’utilizzo di specie autoctone – afferma Graziano Martello, consigliere Conaf con delega a foreste ed ambiente - può favorire lo sviluppo di filiere corte per la produzione e commercializzazione di piante da utilizzare quali alberi di Natale a vantaggio degli agricoltori locali, dell’ambiente e del paesaggio. Le stesse, d’altra parte, potranno essere piantate nel giardino di casa senza problemi di attecchimento e senza rischiare di favorire la diffusione di nuove specie “aliene”».

 

Come scegliere la pianta giusta – Come fare a sapere se la pianta è quella giusta? Sono molte le caratteristiche a cui fare attenzione – specifica il Conaf -, la tipologia (latifoglia, conifera, etc.); la diffusione geografica; le esigenze termiche della pianta stessa (clima caldo, temperato o freddo); e il terreno (umidità, reazione e tessitura). Ad esempio (come da tab. 2 in allegato) l’agrifoglio è una latifoglia con arbusto, spinoso e con una bassa velocità di accrescimento. E’ diffusa nella fascia alpina e prealpina, oltre al settore appenninico. E’ adatta a vivere in un clima temperato e ha bisogno di un terreno di media umidità.

 

Perché è sbagliato ripiantare l’abete non autoctono – Va bene l’iconografia che ci consegna un albero natalizio come da cartolina. Ma spesso si tratta di una pianta esotica. <<Perché un abete non autoctono oltretutto non è adatto al clima di città – spiega il dottore agronomo Giovanni Chiofalo, consigliere Conaf e coordinatore dipartimento verde urbano -, e piantarlo al termine delle feste, nel giardino di casa o nel parco pubblico, è un grave errore perché si rischia di dar vita ad un inquinamento genetico. Per questo il consiglio è di conservare solo piante sempre verde e che ben si adattino al clima locale ed alle caratteristiche del terreno>>.

 

Come conservare l’albero con radici dopo le feste Concluso il periodo natalizio, la pianta può essere tenuta in vaso e collocata all’esterno sul balcone, oppure piantata in giardino. Come fare? Basta seguire queste semplici regole: sistemarla in un luogo luminoso, lontano da fonti di calore (es. termosifoni, stufe) e al riparo da correnti d'aria; non ruotarla o cambiarla spesso di posizione; non annaffiare più di una volta alla settimana; evitare ristagni idrici sistemando materiale drenante nel fondo del vaso (dotato di opportuni fori per la fuoriuscita dell’acqua); non utilizzare neve sintetica o altri prodotti spray.

 

Con l’albero giusto non si inquina e si ha una pianta che può vivere molto a lungo. Un abete rosso – che trova il suo habitat in tutte le regioni dell’arco alpino -, può essere piantato nel giardino e vivere anche oltre un secolo, crescendo di molti metri in altezza. Degli alberi di Natale naturali autoctoni solo il 10% sono piante recise, il resto sono abeti coltivati nei vivai italiani o stranieri. «Ma anche con i tagli non ci sono sprechi – dice Graziano Martello – perché non si taglia la punta, ma si utilizzano i tagli colturali che non sono altro che interventi di riduzione del numero di piante del bosco».

 

Numeri e prezziIn Italia la produzione di alberi di Natale avviene in Toscana (in Casentino, Versilia e Pistoia) con una superficie dedicata di 1.500 ettari, 1.200 aziende e 5mila addetti, oltre che in Veneto e Friuli Venezia Giulia. La produzione è di circa 7 milioni di alberi, con prezzi che dal produttore vanno dai 5 euro (quasi un metro) ai 10 euro (1,5 mt). In totale gli italiani spenderanno circa 150milioni di euro.

 

 

 

 

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